venerdì 13 aprile 2012

LA CURIOSITA'


La curiosità è il desiderio di conoscenze, di informazioni e stimoli mentali nuovi. Quando ci troviamo di fronte a informazioni nuove le confrontiamo con ciò che già conosciamo. La curiosità è l’esigenza di mantenere in equilibrio il LIVELLO OTTIMALE DI STIMOLAZIONE al di sopra e al di sotto del quale reagiamo con comportamenti di stress o noia.
Vista dall’esterno la curiosità si manifesta attraverso comportamenti esplorativi, sai per l’uomo che per l’animale. In psicologia ed etologia i comportamenti esplorativi tendono a sfumare in quelli ludici. ES:è difficile stabilire se il bambino che si aggira x casa stia esplorando o giocando. Non sempre un comportamento esplorativo testimonia curiosità. Esso, infatti, è distinto in strumentale e curioso. Con questi ultimi gli individui tendono a esplorare senza curarsi dei rischi che corrono. Berlyne distinse i comportamenti esplorativi PERCETTIVI, nei quali si esplora l’ambiente fisico circostante ed EPISTEMICI dove si esplorano le conoscenze che si possiedono.

UNA MOTIVAZIONE INTRINSECA INNATA


Esistono due tipi di motivazioni: quelle ESTRINSECHE, prodotte dal’ambiente e spingono a fare cose solo per il profitto esse si fanno non perché si vuole ma perché si deve; quelle INTRINSECHE esse vengono fatte per la soddisfazione esse scaturiscono dalla persona. La curiosità è una motivazione intrinseca, poiché l’informazione viene cercata per far lavorare la mente, non per l’utilità che può avere. La curiosità è un bisogno INNATO specifico, è l’espressione delle tendenze ereditate dall’evoluzione che favoriscono l’adattamento all’ambiente sociale.

LA CURIOSITA’ NELLA VITA SOCIALE


La curiosità innata è formata dalle esperienze favorevoli o sfavorevoli della vita. Nell’ambiente sociale la curiosità viene frenata perché espone l’individuo a pericoli, violazioni di regole sociali e ad isolarsi. Secondo  Harter la scolarizzazione favorisce le motivazioni estrinseche scapito di quelle intrinseche e della curiosità. I bambini cominciano desiderosi di imparare e mettere alla prova le proprie competenze, ma andando avanti con gli studi si interessano maggiormente ai voti e alla carriera scolastica.
La curiosità è anche una leva per esercitare influenza sociale, utilizzabile nella formazione o nella persuasione. Essa è esercitata anche in un gruppo quando la minoranza prova a ribaltare le posizioni della maggioranza.

La curiosità è una continua ricerca del nuovo, dello sconosciuto, è il desiderio di acquisizione anche di un solo tassello che si vada ad inserire nel disegno sempre incompleto della nostra conoscenza. Essa è un sistema per aprire e rendere più elastica la nostra mente nei confronti di tutto ciò che ci circonda.
La curiosità diventa così il nostro personale strumento per salire, giorno dopo giorno, le scale della consapevolezza e della stima in noi stessi.
Ci sentiamo motivati a curiosare quando avvertiremo una mancanza, una carenza di qualunque tipo, quando, cioè, la necessità sarà quella di colmare un vuoto.
Tutti gli esseri viventi sono curiosi , la differenza sta nel fatto che, per noi, la curiosità, pur essendo direzionata verso uno scopo, non termina al raggiungimento dell’obiettivo, ma si spinge oltre.
La curiosità può essere qualcosa di innato: sono incuriosito da tutto ciò che emette suoni particolari, oppure dalle cose che non conosco, che mi sfuggono, la novità, una cosa o un comportamento che non ho mai visto e che, sul momento, mi lascia perplesso.
Con la tristezza, la curiosità può diventare la nostra ancora di salvezza per non cadere nell’isolamento dal resto del mondo e per non escludere il mondo da noi stessi.

L'inesauribile curiosità dei bambini


Se un bambino pone una domanda, è il momento giusto perché quella domanda trovi risposta. Dunque sarà meglio arrivare preparati all’inesauribile curiosità dei bambini che appena cominciano a capire il significato della parola “perché” non vi lasciano più scampo.
La domanda di un bambino non è solo una domanda, ma un momento di crescita, confronto con il mondo, conoscenza del funzionamento di ciò che lo circonda.
Ma come rispondere a certe domande complicate?
I bambini preferiscono scoprire da soli quello che li incuriosisce ma se chiedono è perché hanno bisogno di una guida. Non serviranno risposte complicate, lunghe ed esaustive, ma un cenno di condivisione è importante e un primo confronto aiuta anche a sviluppare le loro abilità linguistiche.
Rispondete con parole e concetti che il bambino possa comprendere. Risposte complicate, estese confondono il bambino e non rispondono alla domanda.
Importante è abituarli a parlare e a condividere un dubbio, una curiosità, un disagio. Non sempre i bambini capiranno le spiegazioni che darete, almeno non subito, ma la disponibilità ad accogliere le loro domande avrà la sua parte nella loro educazione.
Dopo i due - tre anni la curiosità del bambino, già molto sviluppata, aumenta ancora di più insieme alla sua immaginazione che diventa davvero vivace.
A quest'età tutto ciò che vede viene analizzato profondamente e tutto viene messo in relazione con se stesso. Questo è il primo processo di identificazione della realtà ed è molto importante per la crescita intellettuale del bambino. Tuttavia la sua percezione della realtà è ancora molto approssimativa: infatti non sa ancora dove esattamente termini la realtà e dove inizi l'irreale.
Ecco perché i bambini amano le storie fantastiche che vengono raccontate o lette. A differenza dell'adulto i bambini vivono e credono nel mondo fantastico che si sono costruiti e lo sovrappongono alla realtà descrivendolo con assoluta sincerità.
I suoi racconti devono essere ascoltati con estrema attenzione dai genitori in modo da capire meglio la personalità del bambino poiché le sue paure e le sue angosce sono espresse sotto forma di storie terrificanti. Se i genitori sono troppo riservati egli inventerà compagni di gioco allegri e spensierati; se viene spesso disapprovato si immaginerà un compagno di giochi cattivo in grado di compiere tutte le piccole trasgressioni che lui stesso, in realtà, vorrebbe portare a termine.
Quindi le invenzioni, la fantasia e l'immaginazione sono molto importanti per il bambino perché non rappresentano altro che l'intermediario con il suo mondo e la realtà esterna. È compito dei genitori capire ciò in modo da non smentire o colpevolizzare il bambino sia in casa sia di fronte ad altre persone. Bisogna partecipare a questo 'gioco' facendo capire che si tratta di un gioco. Solo così si ottiene, gradualmente nel corso degli anni, la piena maturazione del bambino che imparerà ad acquisire un corretto giudizio della realtà e una piena coscienza del mondo reale filtrando tutte le sue esperienze reali attraverso la fantasia e l'immaginazione.